Dopo aver sperimentato diverse configurazioni per l’alimentazione e la collocazione del dispositivo (es come add-on della radio, prendendo qualche milliwatt dalla sua batteria, provando l’alimentazione a celle solari incollandole sul casco e tamponando con una minibatteria) alla fine ho scelto di inserite il vario in uno dei fori di areazione del casco, ricavando lo spazio per una batteria da 9 volt nella coda aereodinamica dello stesso:
Isolato dal sudore il vario con del nastro adesivo e richiusa l’imbottitura in tessuto tutto diventa invisibile e l”unico elemento accessibile è l’interruttore di accensione. Ero curioso di provare l’efficacia del casco-variometro e subito ho potuto testarlo sul campo a Palazzago (Bergamo).
La sensibilità è incredibile e l’audio non fastidioso e sempre perfettamente udibile rende visibili e sfruttabili le termiche rotte anche ad un pilota scarso come me. Sinceramente sono contento del giochino e lo consiglio agli hobbisti e ai volatori bravi ovvero quelli che possano e vogliano volare leggeri senza la necessita della lettura numerica della quota, del grafico di volo e delle indicazioni numeriche che solo un vario commerciale può dare.
Ciao,
complimenti per il progetto….sono capitato casualmente sul tuo blog e grazie a te sono venuto a conoscenza del circuito programmabile Arduino.
Molto interessante….grazie per tutte le informazioni che hai voluto divulgare.
Come mai poi hai escluso l’utilizzo di celle solari?
Pensi sia possibile realizzare qualcosa (nelle dimensioni e nelle funzioni) simile a quanto commercializzato in fatto di vario solari?
Al momento i tre che ho individuato in rete sono:
http://www.renschler.de/eng/pages/produkte_e/frmprod1_e.html
http://www.compassitaly.com/index.php/it/prodotti/beeper
http://www.lebipbip.com/le-bip-bip/
Ma e’ chiaro che un progetto autocostruito sarebbe di grande interesse per i volatori con l’hobby dell’elettronica.
Ciao e complimenti ancora…..continuerò a seguirti sul tuo blog